“IL GIARDINO”-Ecumenica casa di preghiera di San Charbel (08.10.2020)

 
 
 

La nostra Associazione, IL GIARDINO Onlus, è sita ad Albano Sant’Alessandro (BG): nella
fattispecie siamo una Casa d’Accoglienza per donne in difficoltà, di diversa cultura, etnia ed
appartenenza religiosa, che convivono sotto lo stesso tetto in pieno e totale rispetto.
Essa è stata fondata nel Gennaio 2018 da persone comuni, con lavoro, famiglia e impegni personali:
nel prendere in esame il territorio di Bergamo e limitrofi, ci siamo resi conto che erano presenti solo
due luoghi per la pronta accoglienza delle donne, quindi abbiamo ritenuto ancor più doveroso il dar
vita ad una nuova possibilità di “cura, premura ed attenzione” verso le fragilità femminili.
Dal momento della nascita della ODV ci siamo letteralmente buttati in questa grande esperienza di
“Misericordia”, abbandonandoci, sovente faticosamente, alla Fede in Dio Padre ed alla Provvidenza:
i principi guida del nostro agito sono infatti carità ed attenzione verso l’altro.
Non a caso, i Soci Fondatori, provenienti da diversi credo, hanno convenuto di specificare nell’Atto
Costitutivo che l’Associazione è di “ispirazione Cristiana”. In particolare il Presidente, attratta
dall’unità interreligiosa e dall’ecumenismo (unità dei Cristiani), ha intrapreso un lungo e svariato
percorso spirituale, ed una delle esperienze è stata proprio la frequentazione del PIME a Sotto il
Monte (BG), luogo nel quale è nata la riforma ecumenica indetta da Papa Giovanni XXIII con il
Concilio Vaticano II.
La sua convocazione fu annunciata dal Santo Padre il 25 Gennaio 1959, al termine della settimana
di preghiera per l’unità dei Cristiani. I lavori conciliari, che iniziarono l’11 Ottobre 1962, ebbero luogo
nel corso di quattro sessioni, la cui lingua ufficiale fu il latino, e terminarono sotto un altro Papa,
Paolo VI, l’8 Dicembre 1965. Nella storia ecclesiastica fù il Concilio Ecumenico che in assoluto diede
rappresentanza alla maggior varietà di lingue ed etnie. All’evento furono invitati ad assistere anche
alcuni esponenti delle altre confessioni cristiane.
A tal proposito, ci piace ricordare una frase significativa di Papa Giovanni XXIII, che ci rappresenta
molto: “Alla mia povera fontana si accostino uomini e donne di ogni specie”.
Un altro evento di memoria storica è la giornata mondiale di preghiera per la pace promossa da
Papa Giovanni Paolo II, tenutasi ad Assisi nel 1986, con la partecipazione di responsabili e
rappresentanti non solo delle Chiese e comunioni cristiane, ma anche delle principali religioni del
mondo.
Con queste due premesse che segnano la storia, noi fondatori, comuni laici, riconosciamo che per
compiere una grande opera non è sufficiente basarsi sulla forza degli “attori” umani ma bisogna
obbligatoriamente affidarsi e credere che sia un disegno di Dio. Ecco perché a noi piace definirci
“Custodi del Giardino di Dio” e, riferendoci alla multi-etnia che ci caratterizza, amiamo qualificarci
anche come “Giardino Interreligioso”.
Sempre facendo riferimento ad un invisibile filo conduttore tra tanti eventi, il 27 Ottobre 2019 Padre
Jarek Cielecki, che sin dal principio pregò su questo progetto, ha benedetto la nostra Casa
d’Accoglienza come nuova “Casa di Preghiera di San Charbel” (luogo ecumenico), mentre il 1°
Novembre l’ha ufficialmente dichiarata operativa a Medjugorje. E’ stato proprio questo Santo a
“scegliere” la nostra “famiglia allargata”, e non a caso…
Charbel Makhluf (1828-1898) ha vissuto ad Annaya, in Libano. Già in vita numerosi prodigi e miracoli
furono attribuiti alla sua intercessione. Ma alcuni mesi dopo la sua morte, fenomeni straordinari si
verificarono attorno alla sua tomba, che iniziò a brillare e, tra coloro che pregavano sul sepolcro del
monaco che trasudava sangue misto ad acqua, si moltiplicarono guarigioni inspiegabili, richiamando
gente da tutta la vallata e di differenti religioni. A quel punto i monaci furono costretti a riesumarne il
corpo, che venne trovato inspiegabilmente intatto; esso rimase morbido, conservando la
temperatura dei corpi viventi, fino alla beatificazione, che avvenne nel 1965 durante la chiusura del
concilio Vaticano II. Quel 5 Dicembre Paolo VI, che lo proclamò poi Santo nel 1977, disse: «Un
nuovo membro di santità monastica arricchisce con il suo esempio e con la sua intercessione tutto
il popolo cristiano. Egli può farci capire, in un mondo affascinato per il comfort e la ricchezza, il
grande valore della povertà, della penitenza e dell’ascetismo, per liberare l’anima nella sua
ascensione a Dio». Infine, a soli tre giorni dalla conclusione del Concilio, dopo sessantasette anni di
perfetta conservazione, il cadavere di Charbel si dissolse improvvisamente.
La cosa particolare legata alla sua santità, che riguarda la nostra Associazione, è che questi miracoli
hanno coinvolto anche persone di fede mussulmana, diffondendone la fama tra i fedeli islamici. È
un uomo che di fatto unisce persone di fede diversa, ragione per la quale ci permettiamo di definirlo
un Santo interreligioso.
In definitiva tutto ha un senso, ogni evento ha dei legami che noi certo non realizziamo mentre lo
viviamo. Successivamente, quando ci fermiamo e facciamo memoria, collegando i vari accadimenti
della nostra vita, riconosciamo che siamo “servi inutili” ma indispensabili alla realizzazione dei
disegni di Dio su ognuno di noi. Attraverso il nostro “Eccomi”, a volte faticoso e non sempre chiaro,
diveniamo collaboratori attivi, arricchendoci di pace vera.
Nel Luglio 2019, dopo le ennesime forti difficoltà alle quali il nostro Consiglio Direttivo ha dovuto far
fronte, esso stava per sciogliersi definitivamente, minacciando la sopravvivenza dell’Associazione…
ci arrivò la notizia di una S. Messa celebrata da Padre Jarek, in presenza del quadro di San Charbel
e con la benedizione finale con il suo Olio… decidemmo di partecipare, per chiedere “luce”… nella
stessa sera, a nostra insaputa, un’immagine del Santo entrava in Associazione per mezzo della
mano di una cara amica che, avendola ritrovata per caso in un libro e non sapendo assolutamente
chi fosse, ebbe l’istinto di portarla presso la nostra Casa d’Accoglienza… quella fù l’occasione nella
quale l’attuale Direttivo rinsaldò il proprio legame d’amicizia, pronunciando ognuno nel proprio cuore
l’Eccomi di cui sopra, perché comprese l’indiscusso disegno divino sul cammino intrapreso. Il 24
Luglio, giorno della sua commemorazione (e quella di Santa Cristina…), ringraziammo San Charbel
per aver scelto di accompagnarci.
Ora vogliamo ripercorre alcuni momenti molto forti ed importanti vissuti quest’anno (2020), che
riteniamo un vero dono di Dio.
Come spesso accade, il 4 Gennaio 2020 l’attuale Direttivo ha partecipato ad una liturgia presso il
Santuario “Madonna delle Rose” ad Albano S. Alessandro (BG), durante la quale è stata proclamata
la seguente lettura, tratta dal “Cantico dei Cantici 4,8”:
Vieni dal Libano, o sposa,
vieni dal Libano, vieni!
Scendi dalla vetta dell’Amana,
dalla cima del Senir e dell’Ermon,
dalle spelonche dei leoni,
dai monti dei leopardi.
Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, mia sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
Quant’è soave il tuo amore
sorella mia, mia sposa
quanto più inebriante del vino è il tuo amore,
e la fragranza dei tuoi profumi, più di ogni balsamo.
Le tue labbra stillano nettare, o sposa,
c’è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come quello del Libano.
Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, mia sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro e nardo,
nardo e zafferano, cannella e cinnamomo
con ogni specie d’alberi d’incenso;
mirra e aloe
con tutti gli aromi migliori .
Fontana che irrora i giardini,
pozzo d’acque vive
che vengono dal Libano.

Il testo sacro ha richiamato la nostra attenzione sulle parole “Libano, sorella, amore, profumi,
giardino, germogli, ogni specie d’alberi, fontana d’acque vive”… tutti vocaboli che aprono un mondo
di riflessioni/emozioni inerenti alla nostra Associazione: San Charbel, la fratellanza e l’amore tra
persone diverse per cultura e religione, i profumi e le varietà di piante che coesistono perfettamente
in un Giardino, l’acqua che è fonte di vita.

In questi anni di esperienza sociale e di convivenza con le nostre accolte abbiamo toccato con mano
molte sofferenze, molte povertà, molte ferite che hanno sfigurato i cuori di tante donne, lasciando
cicatrici interiori indicibili…
Un versetto del Vangelo di Marco (16,15-20) cita: “In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse
loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura»”. Alla luce del nostro vissuto
di accoglienza possiamo affermare di avere il dono di arrivare ai confini della terra senza muoverci
da Bergamo. Nonostante la cultura dell’individualismo alla quale la società moderna ci vuole
spingere, noi realmente abbiamo la possibilità di comprendere che “l’altro è un dono, non una
minaccia”, che la condivisione di culture/religioni/vissuti/pianti etc. intreccia le nostre vite e crea
relazione, la parola chiave di tutto.
Nella nostra casa hanno vissuto/convivono Mussulmane, Induiste, Evangeliste, Ortodosse e
Cristiane: ognuna con il proprio credo religioso ma tutte sotto lo stesso Cielo, quello dell’Amore
Universale. La cosa meravigliosa è che riusciamo a pregare anche insieme, sempre mantenendo il
rispetto della fede altrui.
Durante la settimana di Preghiera Interreligiosa promossa dal 18 al 25 Febbraio 2020, abbiamo
condiviso la serata di preghiera settimanale con alcune ospiti, in particolar modo Mussulmane
(originarie del Marocco) ed Evangeliche (originarie della Nigeria). Abbiamo recitato tutti insieme il
Padre Nostro, tenendoci per mano , donando la pace gli uni agli altri, e dando poi spazio a preghiere
libere, che sgorgavano dal cuore. E’ stato emozionante ed accrescitivo vedere entità diverse
coesistere in modo armonico, comprendere come con il rispetto si può arrivare all’unità.
La ricchezza della nostra esperienza è che viviamo concretamente ogni giorno i concetti di
accoglienza, legame, speranza, generosità e riconciliazione, lottando perché essi si affermino come
fondamento della nostra Associazione, che è poi la prima piccola società nella quale le nostre ospiti
tentano di riscostruirsi come esseri umani.
Il massaggio più forte che vogliamo condividere, a maggior ragione in questo folle momento
storico, è quello del “contagio” dell’amore; sì, perché quando esso ci tocca, diventiamo capaci di
donare misericordia (non di elargire giudizi), di vedere con gli occhi del cuore (non della mente, che
è labile e soggetta a manipolazioni), arrivando così ad esprimere il ritrovato senso e la pienezza
della vita. La propagazione della misericordia per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’ amore.
All’amore non è possibile porre confini, e il tipo di accoglienza che pratichiamo noi genera l’incontro,
la testimonianza di vite travagliate e segnate dal dolore, dalle lacrime, dal tradimento,
dall’abbandono, dalla perdita di tutto (affetti e beni materiali)…
Le nostre accolte, aprendo i loro cuori, diventano ricchezza vera per chi incrocia le loro strade,
generando la condivisione nella carità mondiale, la possibilità di riconoscerci tutti fragili, a volte
vittime e a volte carnefici, bisognosi di donare e di ricevere misericordia.
ll comandamento “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te” coesiste nel nostro Giardino
Interreligioso, luogo in cui la preghiera universale prende vita, si unisce unisona verso il Cielo,
indirizzata ad un unico Padre, che Ama tutti di un Amore folle, al punto da aver detto sì alla Croce,
per poi risorgere a vita nuova.
Un altro incredibile dono ci è stato elargito partecipando alla liturgia del Perdono d’Assisi il 1° Agosto
2020 nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna (BG): durante la veglia di preghiera il celebrante,
a noi sconosciuto, ci ha chiesto di leggere, e noi ci siamo assegnate reciprocamente ognuna una
lettura, senza che potessimo conoscerla in modo preventivo, così ci siamo accostate all’ambone…
Cristina, il Presidente, colei che ha ideato tutto il progetto (comunque sempre in divenire…), ha letto
dal “Libro del Siracide, 24, 17-32”:
17 Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
Io sono la madre del bell’amore e del timore
e della scienza e della santa speranza.
In me vi è ogni grazia della via e della verità,
in me è ogni speranza della vita e della virtù.
18 Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
19 Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
e la mia eredità è più dolce del favo di miele.
Il mio ricordo vivrà nei secoli, per sempre.
20 Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
21 Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà.
Coloro che mi faranno conoscere, avranno la vita eterna.
28 Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d’acqua sono uscita verso un giardino.
29 Ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
30 Penetrerò in tutte le parti inferiori della terra,
getterò lo sguardo su tutti i dormienti, e illuminerò tutti quelli che sperano nel Signore.
31 Riverserò ancora l’insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future, per quanti cercano la speranza, e non cesserò mai d’annunziarla.
32 Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.

Cinzia, il Segretario, colei che si definisce “serva inutile, che a volte manca di affidamento e tentenna
di fronte alle difficoltà e che, poco prima, nella piccola Cappella dedicata a Maria, aveva
esplicitamente chiesto “Fammi conoscere se questo percorso è corretto…”, ha letto dagli scritti di
Frà Tommaso da Celano, circa la vita di San Francesco (la sua conversione fulminante avvenne il
04/10/2015, giorno in cui si ricorda questo grande Santo…):
Questo luogo è veramente santo e abitato da Dio
Il servo di Dio Francesco, di statura piccola, di mente umile, di professione minore, nel tempo che visse quaggiù,
per sé e per la sua fraternità scelse una particella di mondo, per il solo fatto che non gli fu assolutamente possibile
servire Cristo altrimenti, che avendo qualche cosa dal mondo.
E non senza una rivelazione e predisposizione divina, già in antico, fu chiamato Porziuncola quel luogo che doveva
toccare in sorte a coloro che desideravano di non avere nulla di proprio in questo mondo.
Vi sorgeva una chiesetta dedicata alla Vergine Madre, la quale per la sua singolare umiltà meritò di essere elevata,
dopo il Figlio, alla dignità di capo di tutti gli eletti.
In essa ebbe inizio l’Ordine dei Minori, e come sopra un saldo fondamento, crebbe e si moltiplicò il loro nobile
edificio. Il Santo amava questo luogo più di ogni altro, comandò ai frati di venerarlo con rispetto speciale e volle
che lo custodissero sempre come specchio di vita religiosa, in umiltà e altissima povertà, riservandone però la
proprietà agli altri, e ritenendone per sé e per i suoi soltanto l’uso.
Vi si osservava una rigidissima disciplina in tutto, nel silenzio e nel lavoro e in tutte le altre prescrizioni della
regola. Senza tregua, giorno e notte, la fraternità dei Minori di quel luogo era occupata nel lodare Dio e, tutti
soffusi di una mirabile fragranza, vi conducevano una vita veramente angelica.
Frate Francesco infatti, pur sapendo che il regno del cielo si può raggiungere ovunque e che la grazia divina non
trova difficoltà a scendere sugli eletti ovunque si trovino, tuttavia, si era accorto per propria esperienza che il luogo
della chiesa di S. Maria della Porziuncola godeva di una maggiore abbondanza di grazia, ed era frequentemente
visitato da spiriti celesti.
Spesso quindi diceva ai frati: «Guardatevi, figli, dall’abbandonare mai questo luogo. Se ve ne cacciassero fuori
da una parte, rientratevi dall’altra. Questo luogo infatti è veramente santo e abitato da Dio. Qui il Signore
moltiplicò il nostro piccolo numero; qui illuminò i cuori dei suoi poveri con la luce della sua divina sapienza;
qui accese le nostre volontà con il fuoco del suo amore; qui, chi avrà pregato con devozione, otterrà quello che
chiederà, e chi mancherà sarà punito più gravemente. Perciò, figli ritenete degno di ogni onore il luogo della
dimora di Dio, e con tutto il trasporto del vostro cuore rendete in esso lode al Signore».
Diciamo che quando Dio si manifesta così esplicitamente ogni altra parola è superflua… anche
quella sera ci siamo commossi per la Sua presenza viva, per il senso di pienezza e lo sprone che ci
ha donato attraverso la Sua Parola…
Se quanto raccontato sino ad ora non fosse ancora sufficiente per comprendere che questo non è
un Progetto nostro ma del Signore, quindi volessimo proprio andare a scavare ancora più nel
passato, bisogna dire che i tre attuali membri del Consiglio Direttivo (Presidente, Vice-Presidente e
Segretario) si sono conosciuti “per caso” durante un ritiro spirituale… Cristina e Cinzia (quest’ultima
ai tempi praticamente atea) finirono nello stesso gruppo di lavoro quindi, in occasione dell’ideazione
di una scenetta, il titolo da loro scelto fù proprio “Agricoltura”, e venne mimato un contadino che
arava, seminava, innaffiava ed infine raccoglieva i frutti… era il 4 Ottobre 2015, giorno della
commemorazione di San Francesco, e giorno in cui Cinzia ebbe la sua conversione spirituale
fulminante…
Ecco, nel nostro Giardino c’è la presenza reale di Dio come Contadino per eccellenza che, in prima
battuta ha accolto e curato le nostre fragilità e, ora, si occupa delle nostre accolte, provenienti da
ogni parte del mondo, e le fà risorgere come meravigliosi nuovi frutti, per dare un senso alla Croce
ed arrivare alla Pasqua.
Concludiamo questo tempo speso nel soffermarci a fare un po’ memoria del nostro cammino e,
mentre scriviamo, ecco una nuova gratuità divina… tutto è ancora più chiaro, tutto assume un senso
più profondo, quello di Dio, che rileggiamo nella nostra storia… Grandi uomini ci stanno prendendo
per mano e conducendo alla Sorgente di Vita Vera: Papa Giovanni XXIII, Papa Giovanni Paolo II,
San Charbel e San Francesco (da Luglio 2019 sono “inaspettatamente” arrivate in Casa anche le
loro Icone)… essi sono il mezzo, la “fontana da cui fuoriesce l’acqua che proviene dal Libano e irrora
il Giardino interreligioso di Dio”!
Sia Lode al Signore che ripone la sua fiducia smisurato in noi, 3 poveri peccatori, servi inutili,
bisognosi di continua Misericordia…
Rendiamo grazie a Dio anche per il Vescovo Adam Rosiek il quale, il 14 Giugno 2020, in occasione
della S. Messa per il Corpus Domini, ha accolto il passaggio di Padre Jarek da membro della Chiesa
Cattolica Romana a quella Cattolica Nazionale Polacca, che si differenzia dalla prima solamente per
la mancanza di comunione con il Papa e per la possibilità per i consacrati di potersi sposare.
Infine, un ringraziamento speciale a Padre Jarek per la sua vicinanza, per il suo splendido apostolato
e per l’accompagnamento in diversi tratti del nostro cammino, e grazie a quanti leggendo avranno
voglia di incontrarci in questo impagabile senso di fratellanza, “ricercando ciò che unisce e non ciò
che divide” (cit. Papa Giovanni XXIII).

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