UN INGEGNERE E UNA MISTICA (15.11.2017)

 
 
 
Valerio Marinelli, calabrese, è nato a Rosarno che dista 15 chilometri da Paravati, paese di Natuzza Evolo, considerata la più grande mistica italiana dei nostri tempi.
Natuzza aveva le visioni di Gesù, di Maria e dei santi, parlava con gli angeli custodi, incontrava le anime dei defunti, aveva le stimmate e il dono di bilocazione.
Il giovane Marinelli non si interessava troppo di questa donna straordinaria che attirava tantissima gente in questo angolo sperduto della Calabria. È andato a studiare a Torino diventando ingegnere nucleare. Per sette anni ha lavorato presso il Centro di ricerche nucleari della Casaccia, vicino Roma. Nel 1975 quando è nata l’Università di Calabria è tornato nella sua terra natia, diventando ordinario di fisica tecnica all’Università.
Ed è qui che ha sentito parlare di Natuzza. Marinelli è cresciuto in una famiglia molto religiosa. Soffriva per un problema religioso irrisolto perché si era allontanato dalla Chiesa durante gli anni di studio e di lavoro scientifico.
Natuzza lo incuriosiva perché pareva che desse le prove dell’esistenza dell’invisibile. Allora ha deciso di fare delle ricerche scientifiche su di lei per trovare risposte ai suoi dubbi. Lui, scienziato, ha cominciato a frequentare una mistica analfabeta diventando il suo più competente biografo.
Sono andato in Calabria per incontrare il prof. Marinelli e per fargli raccontare, nell’ottavo anniversario della morte di Natuzza, la sua grande avventura umana e religiosa vissuta con la mistica calabrese.
Come è stato il vostro primo incontro?
Quando sono andato da Natuzza, mi sono presentato e le ho spiegato che, da studioso, volevo invitarla a venire all’Università di Calabria in bilocazione. Avevo già preparato i miei colleghi con le telecamere per riprendere la sua bilocazione. La bilocazione non è mai stata studiata a livello scientifico. Lei in risposta mi ha detto che non controllava questi fenomeni, che avvenivano solo per volontà di Dio, non per la sua volontà. La sua risposta aveva una semplicità che disarmava.
E come è andata?
Non potendo fare l’esperimento con la bilocazione, volevo indagare lo stesso e ho chiesto a Natuzza dei contatti con persone che la conoscevano. Così ho cominciato a girare per tutta la Calabria per incontrare le persone e raccogliere le loro testimonianze: feci alcune centinaia di interviste. Mi incuriosiva più di tutto la bilocazione e mi resi conto che tale fenomeno non può essere legato alla bilocazione del corpo ma deve essere un elemento spirituale, l’anima, che si distacca dal corpo e in qualche modo si fa vedere. Nella bilocazione la gente spesso la vedeva come una persona reale con cui poteva parlare, che poteva spostare degli oggetti e talvolta anche trasportarli dal luogo della bilocazione a Paravati. E della bilocazione di Natuzza mi parlava la gente di tutti i ceti sociali, ignoranti e colti e tutti sottolineavano la veridicità di questo fenomeno.
Lei è partito dalla bilocazione. Ha indagato anche sugli altri fenomeni?
Un altro fenomeno è l’emografia. Natuzza dall’infanzia aveva il fenomeno delle sudorazioni di sangue, che si acuiva durante la Messa, particolarmente durante la consacrazione. I fazzolettini con i quali si asciugava il sangue risultavano impressi con i simboli cristiani e delle scritte anche in latino ed altre lingue. In tutta la Calabria ci sono migliaia di quei fazzoletti, anche se dopo 20-30 anni il sangue tende a sbiadire. È una prova tangibile di qualcosa di straordinario. Questo fenomeno si è verificato dal 1940 al 2008.
Da Natuzza andavano centinaia di migliaia di persone. Cosa voleva questa gente?
Natuzza aveva il carisma del conforto e della consolazione. Lei rassicurava la gente che, se Dio lo voleva, ogni problema poteva essere risolto e in questo modo infondeva la fede e la speranza. Sapeva rafforzare o risvegliare la fede delle persone. Tutti uscivano da lei sollevati nell’anima, con un senso di benessere psichico che durava anche 3-4 giorni.
Natuzza poteva comunicare anche con le anime degli defunti. E anche per questo motivo tanta gente andava da lei…
Lei non evocava le anime dei defunti e queste apparizioni venivano al di sopra della sua volontà. Le prime volte Natuzza da ragazza si è spaventava molto. Venne anche esorcizzata ma senza risultato. Questa visione delle anime è stata un grande dono di Natuzza. Riusciva a consolare i familiari dei defunti e a procurare alle anime molte preghiere di suffragio: spesso le anime in Purgatorio le dicevano che avevano bisogno di preghiere.
In questo modo Natuzza ha reso quasi visibile il mondo al di là…
È vero, lei ha creato una specie di collegamento con il mondo al di là. Sicuramente ha aiutato tante anime in Purgatorio ad andare in Paradiso. Inoltre lei ha confermato l’esistenza del limbo ma anche dell’inferno e questo è un monito per tanti.
Le visioni di Gesù e Maria?
Fin da quando aveva 14 anni vedeva Gesù e la Madre di Dio. Ripeteva che nutriva un grande amore di Gesù, che era innamorata di Gesù e che quel amore superava di gran lunga l’amore verso il marito e verso i figli. Direi che la spiritualità di Natuzza era molto cristocentrica. Addirittura, lei chiedeva alla Madonna il perdono per non amarLa come Gesù.
Ma vedeva anche la Madonna…
È vero. Una visione molto importante della Madonna avvenne il 17 gennaio 1944 quando, sposata da tre giorni, abitava in una casa umilissima con il pavimento in terra battuta. Lei si scusò con la Madonna dicendo: “Ma come posso riceverVi in questa casa povera, scusatemi”. La Madonna la tranquillizzò con queste parole: “Non ti preoccupare. Un giorno mi farai una casa bellissima che chiamerai ‘Cuore Immacolato di Maria, Rifugio delle Anime’”. Le predisse poi anche l’opera della chiesa e della casa d’accoglienza. Va detto anche che la Madonna appariva a Natuzza ogni 15 agosto, la festa dell’Assunzione, lasciando un messaggio.
Come era Gesù visto da Natuzza?
Fisicamente Gesù era molto alto, bello, castano.
E la Madonna?
Giovanissima, piccolina, con la pelle olivastra.
Invece come erano gli angeli con i quali parlava?
Secondo Natuzza avevano sembianze di ragazzi bellissimi di 8 anni circa, senza ali, galleggianti che non toccavano la terra. Anche le anime del Paradiso erano sollevate, invece le anime del Purgatorio stavano per terra. Spesso le persone che venivano da lei erano accompagnate dalle anime dei parenti defunti che, evidentemente, vedeva soltanto lei.
Tramite gli angeli lei riusciva a dare i consigli riguardanti la salute…
È vero. Spesso la gente veniva per parlare dei suoi problemi di salute. Per esempio, a qualcuno che lamentava con un forte dolore al petto dicendo che stava per morire rispondeva: “Non è niente. L’angelo mi dice che è soltanto un problema reumatologico”. Ad un altro che parlava dei suoi dolori allo stomaco, temendo un cancro, diceva: “L’angelo mi dice che non è un cancro”. Tanti le chiedevano se dovevano operarsi o no. E lei rispondeva: sì o no. Le sue risposte e i suoi consigli erano quasi al 100% giusti e la gente lo verificava facilmente. Ma erano sempre, come ripeteva Natuzza, le parole degli angeli: o dell’angelo suo o dell’angelo della persona con cui parlava.
Grazie agli angeli Natuzza poteva capire tante cose…
Grazie agli angeli Natuzza capiva le lingue perché il suo angelo traduceva le parole pronunciate in altre lingue. Grazie alla posizione dell’angelo capiva se qualcuno era sacerdote: l’angelo dava la destra al sacerdote.
Cosa può dire delle stimmate di Natuzza?
Natuzza aveva le stimmate che le procuravano un grande dolore durante la quaresima. Evidentemente Gesù sceglie delle anime particolari, forti, per condividere con Lui la passione. Erano dolori lancinanti, difficilmente sopportabili, ma in quei periodi veniva consolata dalle visioni di Gesù e della Madonna. Alla fine della quaresima Natuzza raccontava le sue conversazioni con Gesù che sono state anche pubblicate e diffuse.
Come è cambiato lei frequentando e avendo un rapporto così privilegiato con Natuzza?
Sicuramente Natuzza ha ravvivato e consolidato la mia fede che era spenta, mi ha fatto capire l’importanza della preghiera e dell’attenzione verso gli altri. Si capisce che la fede esige anche un impegno costante.
Lei, scienziato, si dichiara credente. Alcuni suoi colleghi ritengono incompatibile essere scienziati e credenti… che ne pensa?
Per arrivare alla fede ci vuole sempre qualche spinta interiore o qualche incontro che ti fa cambiare la vita. Per me, come per migliaia di persone, il fatto decisivo è stato l’incontro con Natuzza. Io ritengo tutti i suoi fenomeni autentici ed abbondantemente provati, ma lei convertiva soprattutto con la testimonianza della sua vita traboccante di amore per il prossimo.
Lei che cosa ha “guadagnato” ritrovando la fede?
Cosa non da poco è sperare nella vita eterna. La fede toglie tante angosce, è di conforto, aiuta ad affrontare il nostro destino con più serenità e apre l’orizzonte della nostra vita all’al di là.
Wlodzimierz Redzioch

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